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L’entità della spesa federale futura necessaria per sostenere l’economia, con particolare riferimento al piano infrastrutturale, avrà importanti implicazioni per il settore industriale.
Dopo aver approvato il Tax Cuts e il Jobs Act, il Presidente Donald Trump ha pubblicato un piano per le infrastrutture che però non ha mai portato a una vera e propria legislazione. Se Trump dovesse essere rieletto potrebbe spingere per un pacchetto mirato a migliorare il trasporto in superficie – misure per riparare strade e ponti – insieme ad aeroporti e altre infrastrutture critiche. Il candidato democratico ed ex Vice Presidente Joe Biden, al contrario, ha un piano ambizioso non solo per finanziare le infrastrutture tradizionali, ma anche per dare un sostegno concreto all’energia pulita e all’efficienza energetica.
Se attuati, i piani espansivi di Biden potrebbero favorire il risparmio energetico e la riduzione delle emissioni di gas serra – un trend secolare che interesserebbe le aziende specializzate in compressori d’aria, ferrovie, aerei commerciali, veicoli elettrici e gas industriali.
Il piano definitivo di entrambi i candidati, comunque, dipenderà fortemente dagli equilibri al Senato.
Jason Adams, Gestore di portafoglio della Global Industrials Equity Strategy ritiene che, indipendentemente da chi vincerà le elezioni, un disegno di legge sulle infrastrutture rappresenterà un “boost” per i macchinari e le società di costruzioni.
Il piano infrastrutturale definitivo di entrambi i candidati dipenderà dagli equilibri al Senato.
Politica commerciale
Le politiche commerciali del prossimo Presidente avranno importanti implicazioni sulle società industriali, che tipicamente vendono all’estero e gestiscono catene di approvvigionamento globali. Entrambi i candidati hanno adottato un approccio rigido contro la Cina, nonostante abbiano strategie e obiettivi differenti.
Durante il suo primo mandato, Trump ha provato a ridurre il deficit commerciale degli USA attraverso dazi punitivi, creando però una maggiore incertezza, un controllo normativo stringente e maggiori costi per le società industriali che operano con le multinazionali. A nostro avviso, qualora i repubblicani venissero rieletti, le tensioni commerciali con la Cina si potrebbero intensificare. Allo stesso tempo, Trump potrebbe anche cercare di ridefinire le relazioni commerciali USA-UE, aumentando il rischio di ulteriori tariffe.
Tutti i segnali suggeriscono che, in qualità di Presidente, Biden potrebbe assumere una posizione ancora più dura nei confronti diPechino, in particolare sulle pratiche di mercato e sulle questioni relative ai diritti umani. Nonostante ciò, è probabile che il candidato democratico cerchi anche alleanze multilaterali, con leve commerciali che ridefiniscano la relazione USA-Cina.
Il “rimpatrio” dell’industria americana
Le sfide che gli Stati Uniti hanno dovuto affrontare nell’approvvigionamento di attrezzature mediche e dispositivi di protezione individuale, indispensabili per affrontare l’inattesa pandemia, hanno messo in evidenza la necessità del Paese di disporre di forniture sicure e accessibili in tempi di crisi. Questi timori sulla sicurezza delle catene di approvvigionamento potrebbero rafforzare la politica intrapresa da Trump di un “rimpatrio” dell’industria americana attraverso dazi e crediti d’imposta. Inizialmente, gli sforzi potrebbero essere concentrati sulle catene di approvvigionamento dell’ healthcare e della tecnologia, per poi essere estese nel tempo al settore industriale. Anche Biden ha espresso il suo sostegno per l’on shoring. “E se le catene di approvvigionamento dovessero continuare a essere localizzate, a beneficiarne sarebbe l’automazione industriale”, afferma Adams.
E se le catene di approvvigionamento dovessero continuare a essere localizzate, a beneficiarne sarebbe l’automazione industriale”
Regolamentazione ambientale
Gli sforzi di deregolamentazione del Presidente Trump hanno rimosso e indebolito le norme ambientali, riducendo i costi di conformità per alcune aziende manifatturiere USA e per l’industria pesante. Qualora il tycoon dovesse assicurarsi un secondo mandato, è probabile che questa tendenza continui.
L’amministrazione Biden, invece, cambierebbe completamente direzione, rendendo le norme ambientali ancora più severe di quelle implementate dall’ex Presidente Barack Obama. Per esempio, il candidato democratico ha sostenuto la classificazione dei composti chimici perfluoralalchilici e polifluoralchilici (PFAS, collettivamente) come “sostanze pericolose”. Designazione che richiederebbe dei limiti da applicare sulla loro presenza nell’acqua potabile e che quindi introdurrebbe sul mercato dei costi di bonifica per coloro che inquinano.
Al di là del risultato delle presidenziali, Adams ritiene che i titoli industriali potrebbero trarre beneficio “una volta che l’attenzione degli investitori si sposterà sul futuro ciclo economico” e cita anche la possibilità di una crescita sincronizzata delle economie chiave”come catalizzatore potenzialmente positivo per il settore”
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